Abbiamo raccolto le opere in dono chiedendo agli artisti una dedica che racconti il rapporto con la loro arte, percezioni, sensazioni e suggestioni
UGO AMBROGIO
Lampada “Ritorno”
Questo è uno specchio, è una lampada, è uno scrigno dove custodire un’immagine cara; è un’amica che ti dice che sei splendente: mentre ti guardi allo specchio (piccolo e intimo, che lascia spazio solo per te), scegli la tonalità di luce che più ti dona cambiando il vetrino… e, se ne hai bisogno, apri lo scrigno e guarda l’immagine che vi è racchiusa… un luogo, una persona o anche un tuo ritratto.
MAURIZIO CARIATI
“L’inverno che ho dentro”
Una ragazza tiene tra le splendide mani aggraziate un vaso di bucaneve: questa piantina rappresenta la vita e la speranza; delicati e fragili, questi fiori non si fanno abbattere dal freddo e dalla neve ma fioriscono proprio nel cuore dell’inverno.
Le donne-bucaneve: delicate, spesso molto fragili, ma capaci di trovare in se stesse le risorse per affrontare l’inverno della loro vita, e tornare a fiorire.
LUCA CONCA
“Mare”
Il mare è per me l’esemplificazione della forza e della quiete, della serenità e della tensione. Al di là delle dicotomie, stare davanti al mare mi dà la sensazione di avere di fronte tutte le possibilità della mia vita.
MERCEDES CUMAN
“Non dimenticare il tuo originale”
Eventi estranei alla nostra volontà arrivano all’improvviso: sono tutti eventi naturali, anche quelli di natura maligna.
E’ in questi frangenti che ci ricordiamo di far parte della natura, e che – come l’albero – possiamo trovare la forza di non crollare.
Si ingaggia una disputa tra il proprio sé e i mutamenti del corpo: ricerchiamo nelle nostre radici originarie la conferma che si può – nonostante tutto – rimanere fedeli al proprio originale.
ANNALISA DI MEO
“Oltre la nebbia”
Il soggetto dell’opera è una foglia vera, fissata su carta, che si può osservare solo attraverso una sorta di oblò realizzato con giochi di trasparenze, per porre l’attenzione su un dettaglio della nervatura della foglia più che sulla forma intera che si è soliti notare maggiormente.
E’ una metafora della sequenza di eventi che plasmano tutti noi in ciò che siamo; quando, con le ultime forze, quelle più resistenti, ci mostriamo più fragili ma unici nella nostra soggettività e sveliamo tutta la nostra bellezza.
ANNA GIUNTINI
“Smile!”
Da qualche parte ho letto “sorridi, confonde le persone!”
Un sorriso può essere spontaneo o forzato. Può essere costruito con strati di esercizi.
Può essere un gesto di coraggio, un atto sovversivo quando nessuno si aspetta tu possa farlo.
Sorridere è l’espressione di una volontà: uno stare bene che può cambiarci e può cambiare la nostra percezione del mondo.
Non cambia la situazione ma sparge una luce dorata su tutto.
Un sorriso è capace di avvicinare le persone anche se non si conoscono.
Il sorriso è contagioso.
Sorridi.
MANUELA MANES
“Domani”
Quest’opera, accompagnata dal testo “Istruzioni per un altro giorno”, vuole raccontare il percorso catartico di un’anima in continuo movimento che gioca con l’energia dei colori alla ricerca di un domani migliore. L’esplosione vibrante che sembra voler fuoriuscire dalla tela rappresenta la volontà di indossare un nuovo sorriso e sentirsi belle, nonostante le difficoltà della vita, e di compiere un passo avanti, fluttuando con leggerezza tra le onde di un mare amico.
Il quadro è dedicato a tutte le donne che, come me, hanno affrontato o stanno affrontando un momento difficile senza mai perdere la fiducia in se stesse e la voglia di vivere un domani pieno di colori.
ANDREA MORI
“Danza nella luce”
Ho sentito l’esigenza di raccontare – al di là del semplice lato estetico, di cui comprendo comunque l’importanza – le risorse e la forza che si sprigionano nelle persone che si trovano a dover affrontare momenti di fragilità.
Le “Danze in cerchio” si rivolgono a chiunque desideri percorrere un cammino di consapevolezza interiore e beneficiare dell’armonia di gruppo che si genera: i passi e i movimenti che disegnano forme geometriche nello spazio ci collegano al Cosmo, alle forze della Vita, all’Energia Divina che sostiene tutta la Creazione. Danzare in cerchio ci rigenera nel corpo e nell’animo, permettendo alla nostra mente e alle nostre emozioni di allinearsi e trovare un equilibrio.
Attraverso la “Danza in Cerchio” celebriamo tutti gli aspetti della nostra vita e siamo incoraggiati a realizzare un’atmosfera di fiducia reciproca e di creatività.
Io indago la luce nel cuore.
GIULIA NELLI
“Luci nel buio”
L’opera “Luci nel buio” è nata per raccontare la possibile bellezza celata in situazioni di sofferenza e di disagio fisico ed emotivo. Piccole ellissi di luce affiorano dalle infrastrutture nere erette a difesa
del proprio io e nelle notti tenebrose.
JOHNNY PIXEL
“Seno Kintsugi”
Le mie creazioni in ceramica hanno molte caratteristiche in comune con il seno materno: entrambi esprimono la vita, la forza e la rinascita.
La ceramica è un materiale forte e stabile, capace di resistere alle sollecitazioni del tempo, proprio come il seno materno, ma al tempo stesso fragile.
Il Kintsugi è un’antica arte giapponese che consiste nel restaurare con una pasta d’oro oggetti in ceramica fratturati: questo nobile gesto – spesso definito come “l’arte della guarigione” – non solo restituisce alla ceramica il suo valore, ma la rende anzi unica e preziosa.
Questa tecnica rappresenta una profonda metafora della vita: le ferite e le cicatrici che portiamo sono parte di noi, e sono simboli di lotta, tenacia e vittoria. Il Kintsugi ci insegna ad andare oltre le apparenze e ad apprezzare il valore inestimabile dell’imperfezione.
KAZUTO TAKEGAMI
“Ritratto di triatleta”
Superare il proprio record e andare avanti verso l’obiettivo: questo è nella mente dell’atleta che prepara la sua gara. Coraggio, bellezza di donna, forza d’animo sono le armi nella battaglia per affrontare a testa alta le sfide che ha davanti a sé. Un giorno questa donna si volterà con un sorriso e gli occhi brillanti, pensando al suo passato.
ARMANDO TINNIRELLO
“Un passo verso la normalità”
È impossibile capire quello che sta passando una persona colpita dal cancro: oltre ad accettare la trasformazione subita dal suo corpo, deve ricostruire fiducia in sé e autostima per un cercare un nuovo inserimento nella società.
Ritorno alla normalità: facile a dirsi, ma molto complesso e faticoso quando si ha subito un tale trauma.
Col mio lavoro, cerco di rappresentare il mio punto di vista, omaggiando tutte le persone che faticosamente stanno effettuando questo percorso e incoraggiandole a trovare un equilibrio nuovo: rigenerarsi dopo la malattia e rinascere come da un campo di battaglia.
Il colore a piccole macchie sul volto non è solo “trucco”: è un inizio, un passo verso la nuova vita.
GIGI TRAMEZZANI
“Abitare la speranza”
Una figura indefinita e fugace transita in uno spazio occupato da solidi e giganti sguardi: i volti di un uomo e una donna, davvero vecchi, pur separati nell’ immagine, si sintonizzano nell’espressione. Dalle rughe che ne incidono la pelle del viso si sprigiona l’energia potente di un sorriso largo, gentile, che arriva dritto dritto a scuotere il desiderio ignorato e sepolto di speranza che coviamo nel cuore…
FRANCESCA VENERI
“Salve Regina”
Quest’opera, come l’Icona, vuole riflettere sull’importanza della propria immagine.
Il contorno del viso è aperto, come aperta è l’identità di chi affronta un percorso di ricostruzione del proprio Sé.
L’oro del fondo da cui emergono i tratti del volto rappresenta la parte più sacra e spirituale dell’individuo, il ponte tra mente e corpo.
I colori freschi, quasi ingenui sono un omaggio alla giocosità del trucco. Riportano ad una dimensione ludica che, come nell’infanzia, apre alla sperimentazione in un campo condiviso ma profondamente personale, al di là di canoni imposti.