Questa personale della fotografa e artista Lara Zibret a Manifiesto Blanco ha come focus centrale la presenza-assenza dell’essere umano all’interno di spazi architettonici e non-luoghi, dove tutto è possibile ma dove soprattutto vi è della bellezza, narrata attraverso storie e racconti urbani spesso contrastanti tra loro, ma sempre veri ed introspettivi. La fotografia digitale è figlia di quel dagherrotipo da cui tutto si dipana, e narra di città in Italia, di New York o del Giappone, dove l’uomo è quasi del tutto assente, in quanto la sua “mancanza”, all’interno delle opere di Zibret, è la vera indagine antropologica che la fotografa vuole condurre.
Una serie di scatti in bianco e nero dove regna un preciso ordine, che dona simmetria a tutto l’impianto scenico della fotografia in modo del tutto spontaneo e personale. L’obiettivo di Lara, particolarmente sensibile ai temi architettonici, sa cogliere e trasmettere riferimenti che spaziano dal minimalismo al brutalismo: stili e tematiche scelti con grande cura al fine di colpire l’attenzione anche del più esperto in materia fotografica.
I lavori esposti riassumono in modo tautologico l’essenza dell’artista, catturata in momenti caduchi e fuggenti; in quei momenti precisi in cui il tempo si ferma, restando sospeso in attimi di atemporalità, dove tutto è immobile in modo perfettamente perpendicolare.